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Convegno di Matematica 16/03/2016

Convegno di Matematica 16/03/2016

Il giorno 16/03/2016, nell’istituto “Gentileschi” di Milano ,si è tenuto uno dei  tre convegni  di Matematica  organizzati da DEA SCUOLA (ente formatore accreditato  M.I.U.R. con decreto del 5/07/2013), dal titolo : “MOTIVARE  COINVOLGERE  DIVERTIRE  CON LA MATEMATICA”.  Nella  sede di Milano si sono ritrovati  450 docenti di matematica, di cui 90 insegnanti della scuola primaria e il restante proveniente dalla secondaria di primo e secondo grado. L’evento, che è stato organizzato a livello nazionale, è stato preceduto da altri due convegni  che, in precedenza, si sono tenuti a Firenze e a Bari. Il convegno ha ottenuto un notevole successo, visto il tema che è tanto comune a tutti i docenti di matematica: “motivare” i ragazzi a studiare la disciplina utilizzando diverse strategie, come il gioco, con lo scopo di appassionarli ad essa. L’apertura dei lavori è iniziata con il saluto di benvenuto del D.S. dell’istituto Gentileschi, ex- docente di matematica, che ha invitato i docenti  a : “ far innamorare  i propri alunni della matematica”.

Il primo intervento, uno di quelli più significativi è stato quello trattato dalla prof.ssa Zan, docente presso l’università di Pisa, dal titolo: “Io e la matematica”. La prof.ssa ha mostrato come nasce la disaffezione verso la matematica e come è possibile superarla ascoltando la voce degli studenti  nei loro racconti autobiografici. Prendendo spunto dagli studi dello psicologo G. Mandler , che nel 1989 si è occupato “dell’atteggiamento nei confronti dell’apprendimento”, è stato fatto uno studio statistico per analizzare l’atteggiamento negativo degli allievi verso la matematica. A tal proposito  è stato dato un questionario su un campione di docenti per vedere “cosa s’intende per atteggiamento negativo?”. Dai dati raccolti è emerso che l’atteggiamento negativo nasce, molte volte, dalla convinzione diffusa nel ritenere che la disciplina sia inutile. L’allievo pensa di essere inadeguato nell’affrontare lo studio di questa disciplina e ciò genera ansia, mancanza di volontà e di conseguenza poco lavoro domestico. Molte volte l’atteggiamento dell’insegnante è quello di resa.

E’ possibile modificare tale convinzione in positivo? A tal proposito è stato organizzato il progetto: “Io e la matematica”; su questo argomento, sono stati  assegnati  alcuni  temi ad un campione di ragazzi di diversi indirizzi di studi, dalle elementari alle superiori, in cui si chiedeva di descrivere il loro rapporto con la matematica. Dalla lettura di quanto prodotto, sono emerse alcune frasi ricorrenti:  “ mi piace”,  “ non mi piace”; tali espressioni  sono state messe in  relazione  con il significato di: “ riuscire” o “non riuscire”, a volte“ il riuscire” era inteso come prendere “ buoni voti”, a volte come quello di “capire”.  Ulteriori problemi  emersi  riguardavano  l’inadeguatezza del tempo assegnato per svolgere una verifica o il timore di sbagliare come causa “di errore” . Anche il ruolo dell’insegnante è centrale: “ l’insegnante è più o meno bravo nelle spiegazioni , è più o meno simpatico”. Dall’analisi effettuata, è emerso un atteggiamento verso lo studio della matematica di tipo relazionale e non solo strumentale; inoltre, il rapporto degli studenti verso la  disciplina è più positivo durante gli anni della scuola elementare e subisce una involuzione nella  scuola secondaria.

“Come si può superare tale difficoltà? Rendere l’allievo protagonista del proprio successo formativo.”

Differenti sono le strategie che possono essere utilizzate: “Il gioco”, “il laboratorio”, “il coding”.

Il secondo intervento è stato quello del prof. Giorgio Bolondi , docente presso l’Università di Bologna, che ha dimostrato come “ il gioco” è un’occasione per fare “matematica in classe” e per  sviluppare il pensiero matematico. La proposta di un gioco  può essere vista come attività strategica, se correttamente praticata e se coinvolgente per  i ragazzi. Il divertimento che scaturisce dal gioco genera una motivazione allo studio che diventa “riuscita”.  Il gioco presenta un testo divertente, una soluzione inattesa, la possibilità di esplorare strade diverse per risolverlo, la possibilità di interagire con i compagni. A tal riguardo, si è verificato che la stessa domanda, inserita in un gioco e poi successivamente nelle prove invalsi, ha visto, nel primo caso, tutta la classe riuscire a produrre un risultato abbastanza corretto, nel secondo caso i risultati positivi si sono riscontrati solo nella metà degli allievi in una classe di scuola primaria e nel 40% , in una scuola secondaria.

“Il laboratorio come spazio per costruire il sapere, luci e ombre”: l’argomento è stato presentato dalla prof.ssa  Maria Alessandra Mariotti, docente presso l’Università di Siena, presidente AIRDM.  Anche questo intervento è stato molto significativo, in quanto nella didattica laboratoriale si evidenzia la “centralità dell’allievo” e l’insegnante è visto come “ l’organizzatore di esperienze intellettuali, che portano a nuove conoscenze matematiche”.  Il laboratorio è una metafora , che rappresenta un’esperienza  che gli alunni devono vivere per realizzare un processo costruttivo della matematica, attraverso individuazione e soluzioni di problemi  che hanno come strumenti  e modi il “pensare matematico”. Infine, sono stati messi in evidenza i punti di forza e di debolezza di questa didattica , che può essere realizzata insieme a quella tradizionale.

“Il Coding e pensiero computazionale”: la tematica  è stata trattata dal prof. Giorgio Ventre , dell’Università di Napoli Federico II; il relatore ha espresso come il pensiero computazionale e il coding (imparare a comunicare programmando) aiutino a sviluppare, in un contesto anche ludico, competenze logiche e capacità di problem- solving, utili nella didattica della matematica e finalizzati a formare studenti partecipi del proprio sviluppo.

Successivamente, nel pomeriggio ,si sono susseguiti  laboratori e seminari suddivisi per ogni ordine e grado di scuola.  Il seminario per la scuola superiore di secondo grado è stato tenuto dal prof. L. Sasso e aveva per titolo “Insegnare Matematica nella scuola di oggi”. In questo seminario il  docente ha spiegato come trattare alcuni argomenti , ad esempio lo studio di funzione partendo dallo studio di un “fenomeno”. L’intervento è stato molto significativo, ma più adatto ad una didattica per un liceo scientifico. Tra i laboratori è stato molto coinvolgente , semplice e allo stesso tempo divertente quello tenuto dalla prof.ssa  P. Morando, dal titolo: “Giocando s’impara…Lo studio di funzione”.  La prof.ssa, dopo aver parlato della sua esperienza personale , ha presentato alcuni giochi matematici da lei ideati : “Indovina Chi? Math e RUN”. Tutti i docenti presenti all’attività laboratoriale hanno partecipato al gioco con entusiasmo e divertimento. In questo modo si è potuto sperimentare che“  giocando si può imparare senza la preoccupazione di sbagliare e che ci si può divertire imparando”.  In conclusione questo seminario è stato quello  tra i più significativi  e gradevole dell’intero convegno.

Valutazione evento:  10 e lode….

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