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La psicologia del condividere sui Social

archivioCondividere sui Social… perché avviene?

Credo che comprendere che cosa scatti nel momento in cui qualcuno che legge un nostro contenuto decide di condividerlo sia molto utile per la professione che faccio ma ancora di più per quei proprietari di attività o di aziende che intendessero utilizzare il Social Media Marketing per promuoversi in Rete.

Proviamo a rispondere partendo da qualche domanda:

Quali sono le motivazioni che spingono i clienti a condividere sui Social i contenuti?
Si possono provare a delineare dei profili distinti di personalità a partire da motivazioni diverse?
In quale modo conoscere la psicologia della condivisione può aiutare un marketer?

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Fonte: Affabula Communication

Le competenze degli studenti del futuro

InfoQuest’anno hanno aderito al programma PISA circa mezzo milione di studenti quindicenni di una settantina di Paesi di tutto il mondo. Il nome non c’entra con la città della torre pendente, l’acronimo sta per «Programme for International Student Assessment»programma per la valutazione internazionale dell’allievo, promosso dall’Ocse e nato perché i Paesi volevano valutare il livello del proprio sistema educativo per preparare le nuove generazioni a portare il loro contributo alla società.

Ogni tre anni PISA valuta le competenze degli studenti nella lettura, nella matematica e nelle scienze e comunica ai Paesi aderenti se il loro livello educativo globale sta migliorando e se risponde o meno ai requisiti della società. I contenuti del test sono definiti da un gruppo di esperti che rappresentano i diversi Paesi e si confrontano per capire cosa servirà alle prossime generazioni per potersi realizzare nella vita.

PISA non è dunque un mero inventario di cosa viene insegnato nei Paesi che vi prendono parte, ma si prefigge piuttosto di capire cosa servirebbe, cosa andrebbe insegnato. Gli esperti definiscono il quadro del test di valutazione che viene poi valutato dai rappresentanti dei governi, del mondo del lavoro e dagli insegnanti e professori dell’istruzione terziaria per verificare che ci sia tutto quello che serve. Il test non valuta solo il livello di conoscenze, ma anche se gli studenti sono in grado di applicare le loro conoscenze ai compiti della vita vera che prevedono l’uso della lettura, della matematica e delle scienze.

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Fonte: Il Sole 24 ORE

Format segnalazione attività

segnala

Con l’obiettivo di creare una raccolta di buone pratiche (digitali e non) che nel nostro istituto vengono già attuate, magari da anni, senza la giusta visibilità .  Si propone di seguito le modalità per segnalare l’attività.

Le informazioni sotto riportate devono essere mandate all’indirizzo email animatoredigitale@ipceinaudivarese.org  sarete contattati dal Referente IT ( Animatore Digitale) per ulteriori informazioni foto e/o video e per decidere assieme la modalità di pubblicazione.

La pagina relativa al progetto sarà quindi condivisa attraverso questo spazio web assieme agli aggiornamenti relativi al progetto.

PNSD ipertesto navigabile

Una delle prime azioni richieste ad un Animatore Digitale è di rendere pubblico nel proprio istituto il PIANO NAZIONALE SCUOLA DIGITALE, il che significa non solo e non tanto caricarne una versione pdf nel sito della scuola, quanto avviare una seria riflessione sul merito.

Il documento è corposo ma la sostanza non è complessa.

PNSD_ADAttraverso questo spazio WEB è possibile iniziare un confronto critico sul documento utilizzando lo spazio per il commento presente sotto ogni articolo.

Il piano  riportato su questo spazio è un ipertesto, navigabile per consentire una facile fruizione.

All’interno di ogni sua pagina è stata riportato il testo del documento di indirizzo del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.

Risorse digitali: fruizione e interazione

Le risorse digitali possono essere fruite in situazioni e nel contesto di ambienti di apprendimento diversi, i quali contribuiscono in maniera determinante a influenzare l’efficacia e i risultati dell’uso di ogni tipologia di risorsa. Occorre evidentemente tenere presente questa situazione, in primo luogo considerando quali siano le modalità di interazione con i contenuti proposti: a questo proposito è utile distinguere la modalità lean forward (protesi in avanti), prevalente nelle situazioni di didattica attiva e collaborativa, dove la fruizione dei contenuti è accompagnata dal discutere, prendere appunti, sottolineare, modificare o integrare le informazioni ricevute, e la modalità lean back (rilassati all’indietro) che prevale ad esempio nel caso della lettura o della visione di contenuti unidirezionali, creando generalmente delle situazioni “immersive” in cui l’attenzione dell’utente è interamente concentrata sull’informazione ricevuta. Occorre inoltre considerare che l’interazione con le risorse di apprendimento può essere individuale o collettiva, e svolgersi in ambienti digitali che possono avere natura diversa: siti e strumenti web dedicati, piattaforme didattiche e depositi on-line di varia origine e natura.

In particolare, tra le piattaforme didattiche possono farsi rientrare sia quelle univocamente dedicate alla didattica, sia quelle nate per altri scopi e utilizzate poi in modalità “mista”. Nel primo gruppo si menzionano, tra gli altri, i LMS (Learning Management System), che offrono contenuti strutturati in un percorso con attività organizzate delle quali è di norma garantito il tracciamento; i LCMS (Learning Content Management System), per il deposito, descrizione e recupero di contenuti di apprendimento, generalmente senza la presenza di specifici per percorsi di apprendimento e della relativa interazione su di essi. Al secondo gruppo afferiscono i Social network, generalisti o specificamente dedicati ai contesti e contenuti di apprendimento, che offrono strumenti per la gestione di un proprio profilo digitale e per l’interazione con altri utenti individuali o in gruppo, per condividere contenuti e discussioni; e le Piattaforme editoriali, dove, accanto alla fruizione di contenuti editoriali specifici (ad esempio libri di testo digitali), si offre sempre più spesso la possibilità di integrare i materiali editoriali originali con quelli prodotti nel corso delle attività didattiche o reperiti in rete.

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newsletter

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Una newsletter è una sorta di bollettino che l’Animatore digitale invia per email ai propri contatti per tenerli aggiornati su novità, iniziative progetti ecc.  L’elenco dei contatti rappresenta in sostanza la lista degli iscritti alla newsletter, ed è costituito da tutti coloro che hanno deciso di fornire  il proprio indirizzo di posta elettronica.

Se trovi interessante questo servizio e vuoi attivarlo, inserisci il tuo indirizzo email nel box sottostante.
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Piano Nazionale Scuola Digitale in 35 punti

piano-nazionale-scuola-digitaleMartedì 27 ottobre il ministro dell’istruzione Stefania Giannini ha presentato il Piano Nazionale per la Scuola Digitale (PNSD), un documento pensato per guidare le scuole in un percorso di innovazione e digitalizzazione, come previsto nella riforma della Scuola approvata quest’anno (legge 107/2015 – La Buona Scuola). Il documento ha funzione di indirizzo; punta a introdurre le nuove tecnologie nelle scuole, a diffondere l’idea di apprendimento permanente (life-long learning) ed estendere il concetto di scuola dal luogo fisico a spazi di apprendimento virtuali. Le azioni previste, (35 punti), sono state già finanziate, attingendo alle risorse messe a disposizione dalla legge La Buona Scuola e dai Fondi strutturali Europei (Pon Istruzione 2014-2020) per un totale di un miliardo di euro. Il Piano sarà attuato da qui al 2020.  Abbiamo letto il PNSD per capire quanti soldi verranno spesi sulle singole azioni e come si intende attuarle.

Nel 2007 si comincia a discutere di Piano Nazionale per la Scuola Digitale: si punta a modificare gli ambienti. Così, dal 2008 al 2012 si introducono le lim (lavagna interattiva multimediale) nelle classi, si stilano le prime procedure per realizzare prima le Classi 2.0 e poi le Scuole 2.0. “Azione lim” comincia nel 2008 e prevede la diffusione capillare della Lavagna Interattiva Multimediale. Con questa azione sono state assegnate, secondo i dati pubblicati dal Miur, 35.114 lim grazie ad uno stanziamento complessivo di 93.354.571 euro, di cui 80.937.600 euro per l’acquisto di lim e 12.416.971 euro per la formazione di 72.357 docenti all’uso sia tecnico che didattico delle lavagne.

Le classi 2.0 sono partite nel 2009 e prevedevano la realizzazione di laboratori nelle classi, per offrire agli studenti ambienti di apprendimento innovativi. Dal 2009 al 2012 sono state coinvolte 416 classi di ogni ordine per un finanziamento complessivo di 8.580.000 euro per l’acquisto delle dotazioni tecnologiche e di 1.944.857 euro per supporto e formazione. “Azione Editoria digitale scolastica” comincia nel 2010 per realizzare contenuti digitali in 20 istituti scolastici, ripartiti tra i vari ordini e gradi di scuola, con un finanziamento di circa 4.400.000 euro. Altri accordi sono stati sottoscritti nel 2012 per investimenti ulteriori di 33 milioni di euro: hanno consentito di assegnare ulteriori 1.931 lim, formare 905 Classi 2.0 e 23 Scuole 2.0. ………………

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Competenze digitali, prerequisito per il 40% dei posti di lavoro

Un report elaborato da Unioncamere e dal Ministero del lavoro conferma l’importanza degli skill digitali per entrare o posizionarsi meglio all’interno del mondo del lavoro.
Vale il trittico “giovani, formazione e competenze” che avvantaggia gli under 30. Nel corso del 2015 due giovani su cinque sono stati assunti grazie alle proprie competenze digitali. La Lombardia, con il 26,2% di assunzione, è la regione più orientata all’impiego di risorse uomo dotate di tali skill, a seguire il ………

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Qualità dei candidati cercate dalle aziende
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